LA FARMACIA DEI SANI, LABORATORIO DI IGIENE GIURIDICA SPECIAL EDITION – RIFORMA FISCALE – Bianco, rosso e verdone. Luci, ombre e mezzetinte a tre quarti della attuazione della riforma fiscale: contraddittorio, motivazione e onere della prova.
Di Alberto Marcheselli
-
Sommario: 1. Il Bianco: la apparente alternativa tra accesso e osservazioni nel contraddittorio. – 2. Il Rosso: la deroga al contraddittorio per il caso di urgenza. – 3. Il Verdone: il divieto di motivazione postuma e il raccordo con la regola dell’onere della prova e l’oggetto del processo tributario.
1. L’ottava puntata della Farmacia dei Sani sarà scandita a tre colori: con una citazione altamente cinefila, infatti, essa avrà i colori bianco, rosso e …verdone. Si tratteranno, infatti, quanto alla attuazione fin qui della riforma fiscale, alcuni passaggi a luci e ombre, né carne né pesce (il bianco); alcuni passaggi, eufemisticamente… criticabili (il rosso); e alcuni passaggi decisamente apprezzabili (il verdone).
Meritano, a mio avviso, il colore bianco le scelte che il legislatore ha adottato quanto alle modalità di attuazione del contraddittorio. Nel nuovo art. 6-bis dello Statuto, dopo un primo comma che, in maniera chiara e limpida, stabilisce che il contraddittorio, di applicazione generalizzata, deve essere effettivo e informato, si prevede, in modo alquanto sibillino, che il contribuente ha il diritto di formulare le proprie osservazioni ovvero di chiedere accesso al fascicolo istruttorio.
In effetti, la scelta della congiunzione “ovvero” non è delle più felici, in un Paese causidico e amante delle complicazioni come l’Italia. Speriamo di essere cattivi profeti, e probabilmente lo siamo ma temiamo la possibile attestazione delle fasce più retrive della Pubblica Amministrazione verso una interpretazione disgiuntiva di quella parolina. Un’interpretazione, capziosa, secondo la quale il contribuente avrebbe, alternativamente, il diritto di scegliere se formulare le proprie osservazioni, oppure accedere alle informazioni contenute nel fascicolo.
Che è una interpretazione assurda, contraddittoria e disallineata rispetto alla legge delega, ma ha il seducente pregio, per chi voglia mettersi di traverso rispetto alla realizzazione di un diritto tributario moderno civile, di limitare l’impatto della riforma e comunque di favorire la velocità, che è una delle divinità in voga.
Che si tratti di interpretazione contraddittoria risulta evidentemente, per il fatto che il primo comma prevede che il contraddittorio debba essere effettivo e informato: l’accesso al fascicolo istruttorio è lo strumento attraverso il quale il contraddittorio è informato e, per via logica, se quest’ultimo è un contenuto indefettibile del contraddittorio, come stabilisce il primo comma dell’art. 6-bis, il diritto di accesso, sempre che sia richiesto (ecco il perché di quell’ovvero, non è detto che sia chiesto perché non è detto che sia necessario) va fatto, e poi le osservazioni.
Detto altrimenti, ciò che è congiunto nel primo comma non può essere disgiunto nella disposizione che stiamo esaminando.
Ma l’interpretazione è anche, quasi comicamente, assurda: al contribuente sarebbe data la scelta tra poter parlare senza sapere oppure poter sapere senza parlare: non sembra necessario nessun altro commento.
Un poco più di attenzione e precisione linguistica avrebbe insomma, verosimilmente, evitato la possibile insorgenza di interpretazioni capziose. Esse sono molto gradite ai difensori perché creano motivi di impugnazione, ma non fanno bene alla efficienza e coerenza del sistema.
2. Merita invece, decisamente, il color rosso, un bel color rosso sangue, la malauguratissima scelta di limitare il contraddittorio nel caso di fondato pericolo per la riscossione.
Qui si tratta di un errore concettuale che a mio umile avviso non dovrebbe consentire di superare il secondo anno nel corso di laurea in giurisprudenza. Una delle prime nozioni che si imparano nel corso di procedura civile è – almeno credo – che, nel caso in cui, nelle more di un procedimento e in attesa della decisione a cognizione piena, vi sia un apprezzabile pericolo, possono soccorrere provvedimenti cautelari. Sempre nel corso del secondo anno di giurisprudenza gli studenti apprendono che, cosa ben diversa dalla decisione cautelare, è il procedimento sommario. E cosa ancora diversa il procedimento lesivo dei diritti fondamentali.
Fuor di metafora, se vi è un pericolo durante un procedimento, non si decide affrettatamente e sacrificando le regole di procedura, ma si adottano provvedimenti cautelari, che impediscano il concretizzarsi del pericolo, e, così, assicurato il risultato del procedimento, si decide in modo ordinario, rispettando i diritti fondamentali.
La scelta del – qui balbettante – legislatore delegato equivale a quella di chi, nel processo penale, ammesso che esista il rischio che il sospettato assassino fugga, dica che sarebbe giusto condannarlo facendo soltanto un mezzo processo, ad esempio non facendolo assistere da un difensore, perché si perde tempo.
Intanto, questa soluzione è del tutto illogica e, lasciatemelo dire, asina, visto che tutto nel processo serve ad accertare se l’imputato è colpevole, mentre chi ha scritto questa aberrante norma dà per scontato che l’imputato sia colpevole e il processo e le sue garanzie siano un ostacolo alla ricerca della verità. Cioè si dà per scontato all’inizio del ragionamento quello che si dovrebbe dimostrare: un errore di logica che farà rivoltare nella tomba la mia prof. di Matematica del Liceo, la compianta professoressa Cusi.
E, poi, sta il fatto che non è che, perché si ha fretta, si possano calpestare i diritti fondamentali. O il contraddittorio è fuffa, e allora non deve essere attuato mai, né se si ha fretta, né se si può andare comodi. Oppure è un diritto fondamentale e, allora, si deve rispettare sempre. Il legislatore delegato, per dirlo in un altro modo, è come quel vigile che seguisse la strampalata e sanguinaria regola che, nelle ore di punta, si possono investire i pedoni, anche se passano sulle strisce e con il verde, perché abbiamo fretta.
Questa disposizione è, per me, manifestamente, incostituzionale.
3. Meritano, invece un bel color Verdone, quello dei ramarri e degli smeraldi, la legge delega il legislatore delegato, quanto alla motivazione dei provvedimenti di accertamento.
Innanzitutto, nella parte in cui si prevede che la motivazione del provvedimento di accertamento debba contenere l’indicazione dei mezzi di prova, ciò che implica indicazione delle fonti di prova e delle ragioni per i quali essi si reputano idonee a fondare il convincimento.
Taluno è apparso terrorizzato da questa disposizione, fraintendendola: essa non richiede affatto che, nel corpo del provvedimento siano ricopiate tutte le fonti di prova (ad esempio, tutte le mille mila fatture), ma solo che le fonti di prova siano identificate, siano conosciute o comunque disponibili per chi si deve difendere e sia spiegato perché si reputano rilevanti e convincenti.
Ancora più interessante – e importante – è poi la disposizione che esclude che i fatti e le prove poste a fondamento del provvedimento possano essere modificate sostituite o integrate successivamente alla sua confezione, che, cioè, la motivazione non possa essere integrata quanto a fatti e prove. Si tratta di una disciplina che, intanto, non fa che prendere atto degli orientamenti più illuminati della giurisprudenza da Corte di Cassazione. Ma, soprattutto, si tratta di una norma che coglie un dato sistematico e di coerenza di eccezionale importanza.
L’evoluzione del diritto procedimentale amministrativo ha, ormai, creato un sistema nel quale gli enti impositori e, in particolare, le Agenzie fiscali si trovano dotate, opportunamente, di pieni poteri di indagine, finalizzati all’adozione di un provvedimento autoritativo provvisoriamente esecutivo. È evidente che tali poteri sono funzioni, cioè doveri. Non si può provvedere, se non dopo aver condotto e completato una perfetta indagine e una perfetta valutazione del materiale istruttorio scaturitone: è il principio costituzionale di imparzialità, Bellezza.
Ciò è, del resto, coerente con l’affermazione del diritto al contraddittorio al termine della fase amministrativa. Si attribuisce il diritto di difendersi quando il procedimento è completato è perfetto anche quanto alla istruttoria, altrimenti sarebbe quasi una presa in giro.
Mi sembra, allora, umilmente ma convintamente, che taluno abbia frainteso la portata di questa regola.
C’è chi trova difficoltoso, ad esempio, individuare cosa significhi il potere dell’Amministrazione di integrare l’istruttoria solo attraverso l’emanazione di ulteriori provvedimenti, se possibili e non decaduti, e grida a un intervento di compressione delle libertà del contribuente. La cosa mi appare un falso allarme come chi grida all’incendio guardando una lampadina: dovrebbe trattarsi del banale riferimento alla possibilità di adottare accertamenti integrativi, esattamente come prima.
C’è chi ravvisa una contraddizione tra questa disciplina è quella della L. n. 130/2022, laddove essa prevedeva che l’Amministrazione dovesse provare in giudizio il fondamento delle sue pretese.
Contraddizione che non esiste affatto.
Quella norma non prevedeva che la prova si formasse per la priva volta o solo in giudizio, come qualche lettura frettolosa ha ipotizzato, ma solo che, ovviamente, il giudice può decidere soltanto sulla base delle prove che sono portate in giudizio. Quella disposizione ribadiva l’illegittimità dei giudizi fondati su “atti di fede”: su prove rimaste ignote e segrete (ad esempio, i verbali Olaf, le indagini, non prodotte, di altre Amministrazioni, ecc.).
Che quella norma non prevedesse la possibilità di provare per la prima volta in giudizio i fatti è, del resto, evidente sul piano della logica della disposizione, visto che, se la prova manca, essa prevede che l’atto debba essere annullato. Se le prove non dovessero essere necessariamente già presenti nella motivazione dell’atto o comunque a quella data, per logica invincibile, quando, alla fine del processo, le prove manchino, non dovrebbe essere annullato l’atto, ma dichiarata infondata la pretesa (l’atto sarebbe stato comunque legittimo anche senza prove)!
C’è poi chi non coglie, mi sembra, che la riforma nel 2024, invece, è perfettamente coerente con quella del 2022, anche in punto onere della prova.
Le due riforme chiariscono che l’onere della prova ha un significato dinamico, e cioè stabiliscono che qualcuno deve fare qualcosa solo nel procedimento di accertamento: si impone che gli enti impositori debbano cercare e ostendere già lì le fonti di prova e dimostrare che esse sono convincenti.
Nel giudizio, l’onere della prova è solo la regola che interviene quando la prova manchi (se manca la prova della evasione, anche nel caso di inesistenza di costi, operazioni IVA, crediti, ecc., vince il contribuente, se manca la prova del rimborso, vince l’Agenzia).
Le due riforme chiariscono che, dopo decenni di confusione, deve finalmente andare in pensione un radicato, pervicace e perniciosissimo errore: confondere il significato dell’espressione “Tizio ha assolto il suo onere della prova” con una applicazione della regola sull’onere della prova.
Dire che Tizio ha assolto il suo onere della prova significa solo fare un’affermazione del giudizio di fatto: c’è la prova convincente che una certa cosa è successa. La regola sull’onere della prova non è “chi deve provare cosa”, né, tantomeno – ORRORE! – stabilire cosa serve perché ci sia la prova. Quella dell’onere della prova in giudizio è, invece, una questione di diritto e non di fatto, e viene dopo, e , tra l’altro è rarissima, a rigore: capita solo se il giudice, impazzendo, in mancanza di prova, avesse dato ragione alla parte …sbagliata (ad esempio, concedesse il rimborso dopo aver ritenuto non raggiunta la prova che esso spetti). Si parla di onere della prova solo se la prova non c’è, se questa c’è non c’è spazio per applicare la regola sull’onere.
È appena il caso di notare che su questa confusione, mi pare, si fondano decine di migliaia di errori e di processi erroneamente giunti in Cassazione e di giurisprudenza ondivaga e iatrogena (chi è causa del suo mal pianga sé stesso, verrebbe da dire).
Magari queste due riforme funzioneranno da opportuna vaccinazione, come si conviene a una Farmacia.
Informativa sul trattamento dei dati personali (ai sensi dell’art. 13 Regolamento UE 2016/679)
La vigente normativa in materia di trattamento dei dati personali definita in conformità alle previsioni contenute nel Regolamento UE 2016/679 del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati (Regolamento generale sulla protezione dei dati, di seguito “Regolamento Privacy UE”) contiene disposizioni dirette a garantire che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche, con particolare riguardo al diritto alla protezione dei dati personali.
Finalità del Trattamento e base giuridica
Il trattamento dei dati personali è finalizzato a:
– fornire il servizio e/o prodotto richiesto dall’utente, per rispondere ad una richiesta dell’utente, e per assicurare e gestire la partecipazione a manifestazioni e/o promozioni a cui l’utente ha scelto di aderire (richiesta e acquisto abbonamento periodici; richiesta e acquisto libri; servizio di fatturazione; invio periodici in abbonamento postale, invio newsletter rivolte a studiosi e professionisti).
– inviare newsletter promozionale di pubblicazioni a chi ne ha fatto richiesta; ferma restando la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali invii in qualsiasi momento.
– inviare all’utente informazioni promozionali riguardanti servizi e/o prodotti della Società di specifico interesse professionale ed a mandare inviti ad eventi della Società e/o di terzi; resta ferma la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali comunicazioni in qualsiasi momento.
– gestire dati indispensabili per espletare l’attività della società: clienti, fornitori, dipendenti, autori. Pacini Editore srl tratta i dati personali dell’utente per adempiere a obblighi derivanti da legge, regolamenti e/o normativa comunitaria.
– gestire i siti web e le segreterie scientifiche per le pubblicazioni periodiche in ambito medico-giuridico rivolte a studiosi e professionisti;
Conservazione dei dati
Tutti i dati di cui al successivo punto 2 verranno conservati per il tempo necessario al fine di fornire servizi e comunque per il raggiungimento delle finalità per le quali i dati sono stati raccolti, e in ottemperanza a obblighi di legge. L’eventuale trattamento di dati sensibili da parte del Titolare si fonda sui presupposti di cui all’art. 9.2 lett. a) del GDPR.
Il consenso dell’utente potrà essere revocato in ogni momento senza pregiudicare la liceità dei trattamenti effettuati prima della revoca.
Tipologie di dati personali trattati
La Società può raccogliere i seguenti dati personali forniti volontariamente dall’utente:
nome e cognome dell’utente,
il suo indirizzo di domicilio o residenza,
il suo indirizzo email, il numero di telefono,
la sua data di nascita,
i dettagli dei servizi e/o prodotti acquistati.
La raccolta può avvenire quando l’utente acquista un nostro prodotto o servizio, quando l’utente contatta la Società per informazioni su servizi e/o prodotti, crea un account, partecipa ad un sondaggio/indagine. Qualora l’utente fornisse dati personali di terzi, l’utente dovrà fare quanto necessario perchè la comunicazione dei dati a Pacini Editore srl e il successivo trattamento per le finalità specificate nella presente Privacy Policy avvengano nel rispetto della normativa applicabile, (l’utente prima di dare i dati personali deve informare i terzi e deve ottenere il consenso al trattamento).
La Società può utilizzare i dati di navigazione, ovvero i dati raccolti automaticamente tramite i Siti della Società. Pacini editore srl può registrare l’indirizzo IP (indirizzo che identifica il dispositivo dell’utente su internet), che viene automaticamente riconosciuto dal nostro server, pe tali dati di navigazione sono utilizzati al solo fine di ottenere informazioni statistiche anonime sull’utilizzo del Sito .
La società utilizza i dati resi pubblici (ad esempio albi professionali) solo ed esclusivamente per informare e promuovere attività e prodotti/servizi strettamente inerenti ed attinenti alla professione degli utenti, garantendo sempre una forte affinità tra il messaggio e l’interesse dell’utente.
Trattamento dei dati
A fini di trasparenza e nel rispetto dei principi enucleati dall’art. 12 del GDPR, si ricorda che per “trattamento di dati personali” si intende qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o senza l’ausilio di processi automatizzati e applicate a dati personali o insiemi di dati personali, come la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la strutturazione, la conservazione, l’adattamento o la modifica, l’estrazione, la consultazione, l’uso, la comunicazione mediante trasmissione, diffusione o qualsiasi altra forma di messa a disposizione, il raffronto o l’interconnessione, la limitazione, la cancellazione o la distruzione. Il trattamento dei dati personali potrà effettuarsi con o senza l’ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati e comprenderà, nel rispetto dei limiti e delle condizioni posti dal GDPR, anche la comunicazione nei confronti dei soggetti di cui al successivo punto 7.
Modalità del trattamento dei dati: I dati personali oggetto di trattamento sono:
trattati in modo lecito e secondo correttezza da soggetti autorizzati all’assolvimento di tali compiti, soggetti identificati e resi edotti dei vincoli imposti dal GDPR;
raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, e utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
esatti e, se necessario, aggiornati;
pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o successivamente trattati;
conservati in una forma che consenta l’identificazione dell’interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati;
trattati con il supporto di mezzi cartacei, informatici o telematici e con l’impiego di misure di sicurezza atte a garantire la riservatezza del soggetto interessato cui i dati si riferiscono e ad evitare l’indebito accesso a soggetti terzi o a personale non autorizzato.
Natura del conferimento
Il conferimento di alcuni dati personali è necessario. In caso di mancato conferimento dei dati personali richiesti o in caso di opposizione al trattamento dei dati personali conferiti, potrebbe non essere possibile dar corso alla richiesta e/o alla gestione del servizio richiesto e/o alla la gestione del relativo contratto.
Comunicazione dei dati
I dati personali raccolti sono trattati dal personale incaricato che abbia necessità di averne conoscenza nell’espletamento delle proprie attività. I dati non verranno diffusi.
Diritti dell’interessato.
Ai sensi degli articoli 15-20 del GDPR l’utente potrà esercitare specifici diritti, tra cui quello di ottenere l’accesso ai dati personali in forma intelligibile, la rettifica, l’aggiornamento o la cancellazione degli stessi. L’utente avrà inoltre diritto ad ottenere dalla Società la limitazione del trattamento, potrà inoltre opporsi per motivi legittimi al trattamento dei dati. Nel caso in cui ritenga che i trattamenti che Lo riguardano violino le norme del GDPR, ha diritto a proporre reclamo all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ai sensi dell’art. 77 del GDPR.
Titolare e Responsabile per la protezione dei dati personali (DPO)
Titolare del trattamento dei dati, ai sensi dell’art. 4.1.7 del GDPR è Pacini Editore Srl., con sede legale in 56121 Pisa, Via A Gherardesca n. 1.
Per esercitare i diritti ai sensi del GDPR di cui al punto 6 della presente informativa l’utente potrà contattare il Titolare e potrà effettuare ogni richiesta di informazione in merito all’individuazione dei Responsabili del trattamento, Incaricati del trattamento agenti per conto del Titolare al seguente indirizzo di posta elettronica: privacy@pacinieditore.it. L’elenco completo dei Responsabili e le categorie di incaricati del trattamento sono disponibili su richiesta.
Ai sensi dell’art. 13 Decreto Legislativo 196/03 (di seguito D.Lgs.), si informano gli utenti del nostro sito in materia di trattamento dei dati personali.
Quanto sotto non è valido per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i link presenti sul nostro sito.
Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è Pacini Editore Srl, che ha sede legale in via Gherardesca 1, 56121 Pisa.
Luogo e finalità di trattamento dei dati
I trattamenti connessi ai servizi web di questo sito hanno luogo prevalentemente presso la predetta sede della Società e sono curati solo da dipendenti e collaboratori di Pacini Editore Srl nominati incaricati del trattamento al fine di espletare i servizi richiesti (fornitura di volumi, riviste, abbonamenti, ebook, ecc.).
I dati personali forniti dagli utenti che inoltrano richieste di servizi sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.
L’inserimento dei dati personali dell’utente all’interno di eventuali maling list, al fine di invio di messaggi promozionali occasionali o periodici, avviene soltanto dietro esplicita accettazione e autorizzazione dell’utente stesso.
Comunicazione dei dati
I dati forniti dagli utenti non saranno comunicati a soggetti terzi salvo che la comunicazione sia imposta da obblighi di legge o sia strettamente necessario per l’adempimento delle richieste e di eventuali obblighi contrattuali.
Gli incaricati del trattamento che si occupano della gestione delle richieste, potranno venire a conoscenza dei suoi dati personali esclusivamente per le finalità sopra menzionate.
Nessun dato raccolto sul sito è oggetto di diffusione.
Tipi di dati trattati
Dati forniti volontariamente dagli utenti
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di posta elettronica agli indirizzi indicati su questo sito comporta la successiva acquisizione dell’indirizzo del mittente, necessario per rispondere alle richieste, nonché degli eventuali altri dati personali inseriti nella missiva.
Facoltatività del conferimento dei dati
Salvo quanto specificato per i dati di navigazione, l’utente è libero di fornire i dati personali per richiedere i servizi offerti dalla società. Il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ottenere il servizio richiesto.
Modalità di trattamento dei dati
I dati personali sono trattati con strumenti manuali e automatizzati, per il tempo necessario a conseguire lo scopo per il quale sono stati raccolti e, comunque per il periodo imposto da eventuali obblighi contrattuali o di legge.
I dati personali oggetto di trattamento saranno custoditi in modo da ridurre al minimo, mediante l’adozione di idonee e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.
Diritti degli interessati
Ai soggetti cui si riferiscono i dati spettano i diritti previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 che riportiamo di seguito:
1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L’interessato ha diritto di ottenere informazioni:
a) sull’origine dei dati personali;
b) sulle finalità e modalità del trattamento;
c) sulla logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;
d) sugli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) sui soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.
3. L’interessato ha diritto di ottenere:
a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;
b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.
4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
Dati degli abbonati
I dati relativi agli abbonati sono trattati nel rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196 e adeguamenti al Regolamento UE GDPR 2016 (General Data Protection Regulation) a mezzo di elaboratori elettronici ad opera di soggetti appositamente incaricati. I dati sono utilizzati dall’editore per la spedizione della presente pubblicazione. Ai sensi dell’articolo 7 del D.Lgs. 196/2003, in qualsiasi momento è possibile consultare, modificare o cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo scrivendo al Titolare del Trattamento: Pacini Editore Srl – Via A. Gherardesca 1 – 56121 Pisa. Per ulteriori approfondimenti fare riferimento al sito web http://www.pacinieditore.it/privacy/
Subscriber data
Subscriber data are treated according to Italian law in DLgs, 30 June 2003, n. 196 as updated with the UE General Data Protection Regulation 2016 – by means of computers operated by specifically responsible personnel. These data are used by the Publisher to mail this publication. In accordance with Art. 7 of the above mentioned DLgs, 30 June 2003, n. 196, subscribers can, at any time, view, change or delete their personal data or withdraw their use by writing to Pacini Editore S.r.L. – Via A. Gherardesca 1, 56121 Ospedaletto (Pisa), Italy. For further information refer to the website: http://www.pacinieditore.it/privacy/
Cookie
Che cos’è un cookie e a cosa serve?
Un cookie e una piccola stringa di testo che un sito invia al browser e salva sul tuo computer quando visiti dei siti internet. I cookie sono utilizzati per far funzionare i siti web in maniera più efficiente, per migliorarne le prestazioni, ma anche per fornire informazioni ai proprietari del sito.
Che tipo di cookie utilizza il nostro sito e a quale scopo? Il nostro sito utilizza diversi tipi di cookie ognuno dei quali ha una funzione specifica, come indicato di seguito:
TIPI DI COOKIE
Cookie di navigazione
Questi cookie permettono al sito di funzionare correttamente sono usati per raccogliere informazioni su come i visitatori usano il sito. Questa informazione viene usata per compilare report e aiutarci a migliorare il sito. I cookie raccolgono informazioni in maniera anonima, incluso il numero di visitatori del sito, da dove i visitatori sono arrivati e le pagine che hanno visitato.
Cookie Analitici
Questi cookie sono utilizzati ad esempio da Google Analytics per elaborare analisi statistiche sulle modalità di navigazione degli utenti sul sito attraverso i computer o le applicazioni mobile, sul numero di pagine visitate o il numero di click effettuati su una pagina durante la navigazione di un sito.
Questi cookie sono utilizzati da società terze. L’uso di questi cookie normalmente non implica il trattamento di dati personali. I cookie di terze parti derivano da annunci di altri siti, ad esempio messaggi pubblicitari, presenti nel sito Web visualizzato. Possono essere utilizzati per registrare l’utilizzo del sito Web a scopo di marketing.
Come posso disabilitare i cookie?
La maggior parte dei browser (Internet Explorer, Firefox, etc.) sono configurati per accettare i cookie. Tuttavia, la maggior parte dei browser permette di controllare e anche disabilitare i cookie attraverso le impostazioni del browser. Ti ricordiamo però che disabilitare i cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del sito e/o limitare il servizio offerto.
Per avere maggiori informazioni
l titolare del trattamento è Pacini Editore Srl con sede in via della Gherardesca n 1 – Pisa.
Potete scrivere al responsabile del trattamento Responsabile Privacy, al seguente indirizzo email rlenzini@pacinieditore.it per avere maggiori informazioni e per esercitare i seguenti diritti stabiliti dall’art. 7, D. lgs 196/2003: (i) diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali riguardanti l’interessato e la loro comunicazione, l’aggiornamento, la rettificazione e l’integrazione dei dati, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge; (ii) diritto di ottenere gli estremi identificativi del titolare nonché l’elenco aggiornato dei responsabili e di tutti i soggetti cui i suoi dati sono comunicati; (iii) diritto di opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei dati relativi all’interessato, a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazioni commerciali.
Per modificare le impostazioni, segui il procedimento indicato dai vari browser che trovi alle voci “Opzioni” o “Preferenze”.
Per saperne di più riguardo ai cookie leggi la normativa.