[Il Codice Versiglioni è il codice che, in generale, codifica o decodifica un atto linguistico associando a ogni unità terminologica, linguistica o concettuale il suo, unico, codice matematico e che, in particolare nel settore giuridico, ad esempio in un diritto con verità, codifica o decodifica qualunque disposizione giuridica associando a ogni unità terminologica, linguistica o concettuale il suo codice matematico]-mv.
[Il linguaggio matematico, il linguaggio digitale, il diritto matematico e il diritto digitale sono prodotti del Codice Versiglioni]-mv.
[Il diritto matematico è l’immagine matematica del diritto che si ottiene codificando mediante il Codice Versiglioni il diritto codificato mediante linguaggio naturale. Il diritto digitale (o diritto matematico-digitale) è l’immagine digitale del diritto matematico che si ottiene codificando o decodificando il diritto matematico mediante l’usuale codice binario 1,0]-mv.
L’espressione Codice Versiglioni riceve inoltre significato definitorio dall’intersezione tra i due insiemi linguistici (matematico e naturale), in specie con riguardo al significato che all’espressione ‘codice’ dà il linguaggio della filologia, del diritto, della semiotica, della elettronica, della informatica e della crittografia.
La convivenza dell’essere umano con l’umanoide implica, infatti, un metodo matematico o, meglio, una funzione idonea a regolare la perenne mutevolezza del loro vicendevole dare e ricevere in ragione di ciò che, di volta in volta, è di ciascuno suo (ora dell’umano, ora dell’umanoide). A questa funzione è dedicato il Codice Versiglioni.
Versiglioni Code. A mathematical method as a rule of coexistence of the human being with the humanoid-mv
[The Versiglioni Code is the code that, in general terms, encodes or decodes a linguistic act by associating each terminological, linguistic, or conceptual unit with its unique mathematical code. In the juridical sector in particular, for example in a law with truth, it encodes or decodes a legal provision by associating each terminological, linguistic, or conceptual unit of the provision with its unique mathematical code]-mv.
[Products of the Versiglioni Code are Mathematical language, digital language, mathematical law and digital law (or math-digital law)]-mv.
[Mathematical law is the mathematical image of the law that is obtained after codifying the law expressed in natural language by means of the Versiglioni Code. Digital law is the digital image of mathematical law that is obtained after codifying mathematical law by means of the usual 1,0, binary code]-mv.
The meaning of the expression Versiglioni Code is further clarified by the intersection of the mathematical and natural linguistic sets, especially as regards the meaning attributed to the word ‘code’ by the languages of philology, law, semiotics, electronics, information science and cryptology.
The coexistence of the human being with the humanoid implies, in fact, a mathematical method or, rather, a function that is able to regulate the perennial mutability of their mutual giving and receiving in relation to what belongs to each (human or humanoid) by turn. The Versiglioni Code is dedicated to this function.
Sommario: 1. Premessa – 2. Il significato che l’espressione Codice Versiglioni riceve dal Codice Versiglioni – 2.1. Funzionalità – 2.2. Struttura – 2.3. Ambito di funzionamento – 2.4. Efficacia – 2.5. Rinvio necessitato e breve conclusione – 3. Il significato che l’espressione Codice Versiglioni riceve dal sistema che congiunge il Codice Versiglioni col codice della linguistica naturale (sui plurimi significati che questo dà alla parola ‘codice’). 4. Conclusione esortativa.
1. Buongiorno. Un saluto e un sentito ringraziamento a tutti coloro che sono in collegamento webinar. Un ringraziamento particolare e di cuore agli organizzatori; tutti voi, di certo, ne comprenderete le ragioni.
In effetti, chiunque è consapevole che il coraggio di inserire nel programma del convegno una relazione come questa non è di certo inferiore al rischio al quale si espone chi si propone di divulgare l’essere e il divenire di un proprio trovato, unico e originale; tanto più, se il nome del trovato include il proprio cognome.
Alcuni amici mi hanno invitato a svolgere una premessa divulgativa delle fonti e degli obiettivi della ricerca che conduce al Codice Versiglioni (anche Codice-mv CV-mv).
Ciò in ragione dell’opinione, mi si dice diffusa, che il mio trovato non possa essere compreso senza svolgere chissà quali letture, di chissà quali discipline (filosofiche, teoretiche, matematiche etc.).
Ma questa opinione non convince; da una decina di anni studenti e partecipanti a Master ai quali insegno Diritto matematico-mv dimostrano di ben comprendere e financo di applicare questo linguaggio anche senza aver prima svolto alcuna particolare lettura.
Tuttavia, se è un’opinione che tanti condividono, ho una ragione in più per aderire all’invito.
Così, indicherò brevemente le letture che potrebbero esser utili se si volesse svolgere una ricostruzione filologica del trovato che, in realtà, potrebbe rivelarsi necessaria solo a quanti intendessero partecipare attivamente alla ricerca.
Poiché tutto muove da interrogativi posti dai miei trovati di gioventù (Discrezionalità tributaria-mv e Accordo tributario-mv), sarebbe forse opportuno partire dalle mie monografie del 1996 (sull’attuazione consensuale della norma tributaria) e del 2001 (sull’accordo tributario).
A esse andrebbero eventualmente aggiunte le monografie del 2005 (sulla teoria dell’interpretazione) e del 2007 (sulla teoria della prova), nonché le relazioni ospitate da due collettanee: Autorità e consenso di fine 2007 ed Economia e concezioni dell’uomo del 2008.
Del resto, l’algoritmo del Codice Versiglioni, ossia la Norma d’uso di sé-mv, è esplicitato per la prima volta nella monografia del 2007.
Sicché, là è possibile reperire i riferimenti alle opere la cui lettura ha contribuito all’elaborazione del trovato.
Dopo il 2007 la ricerca si è sviluppata da sé e in sé proprio perché essa aveva dato vita a un metalinguaggio.
E questo è l’aspetto che reputo più positivo: ora potrei scrivere ancora per anni senza dover leggere altro, almeno tra ciò che, diversamente, potrebbe ritenersi essenziale per procedere.
In ognuno dei miei lavori successivi al 2007 può reperirsi almeno una pratica della Norma d’uso di sé-mv, ossia una pratica del Codice che codifica in coppie il vicendevole dare e ricevere che, nel diritto come altrove, corre tra i due soggetti della Coppia fondamentale (logica, norma)-mv.
Dunque, se proprio si volesse ricostruire l’iter evolutivo partendo dalle radici della teoria, queste letture sarebbero più che sufficienti.
Quanto agli obiettivi, debbo dire che essi hanno subìto una notevole evoluzione non appena conclusa la fase di ricerca svolta a Cambridge nel 2013 e non appena pubblicati nel 2015 (su Innovazione e diritto), i trovati ‘Diritto matematico’ e ‘Diritto digitale’ (scritti tra apicetti).
In effetti, dopo mesi di letture avevo potuto comprendere le innumerevoli criticità che avrebbe portato con sé un futuro ormai segnato dal prossimo avvento della c.d. Giustizia predittiva basata sulla correlazione e su big data elaborati dall’intelligenza artificiale.
Da quel momento è divenuto chiaro e preciso il fine che anima e animerà in futuro il progetto di ricerca, vale a dire trovare, entro i parametri di validità dati da una società, un modo radicalmente nuovo per appagare effettivamente l’esigenza che, in quella società, il diritto deve soddisfare-mv[1].
In altre parole, l’obiettivo è trovare la soluzione di un Sistema fatto di due funzioni i cui distinti insiemi di partenza sono gli insiemi delle variabili semplificabilità matematica e calcolabilità matematica e i cui rispettivi insiemi di arrivo sono gli insiemi della conoscibilità matematica (inclusiva della prevedibilità matematica) e la controllabilità matematica-mv.
Tutto ciò, sempre avendo riguardo esclusivamente al metodo e senza far uso di numeri o di calcoli numerici.
Più in dettaglio, costruire la semantica e la grammatica di un nuovo linguaggio, quanto più possibile compatto, fatto di parole, segni, espressioni e proposizioni ben identificate e definite mediante strumenti offerti dalla logica matematica; in definitiva, un nuovo linguaggio codificato mediante un codice matematico (ecco, dunque, il fine, o meglio la funzione pratica, del Codice Versiglioni).
L’ipotesi è che, da noi, per appagare tali esigenze possano esser sufficienti all’incirca 20.000 vocaboli. Tutti gli altri 230.000 vocaboli della lingua italiana che, in punto di metodo, ogni operatore del diritto si trova costretto a usare o è libero di usare arbitrariamente appaiono almeno inutili, se non dannosi.
Si pensi, ad esempio, alle parole e alle espressioni stratificatesi nei secoli che, pur superate dai tempi, continuano tuttavia a essere liberamente spese nei testi delle leggi, delle sentenze, degli atti processuali, delle dogmatiche e così via dicendo.
In definitiva, l’obiettivo del progetto è creare un nuovo dizionario, compatto ma continuamente mutevole, fatto di non più di ventimila lemmi idonei a comprendere e spiegare tutto il (metodo del) diritto.
Da questo punto di vista, segnalo che, come si può intuire anche solo navigando nel sito www.dirittomatematico.it, il Dizionario di diritto matematico e di diritto digitale-mv, completo di codificazione binaria, conta ormai molte centinaia di voci, parole, espressioni e proposizioni ben definite, codificate e sistemate in tabelle di automazione (tabelle che, nel futuro prossimo del diritto digitale-mv, costituiranno sia fonte, sia metodo di attuazione del diritto).
Queste voci, parole, espressioni e proposizioni sono contraddistinte con l’apice-mvappunto perché costituenti, insieme ai segni matematici, elementi del Dizionario Versiglioni-mv.
Ora, un doveroso cenno ai confini di questo intervento.
Il tempo prefissato consentirà di svolgere una breve introduzione e un cenno a taluni profili semantici del Codice-mv; perciò, dovrò rinviare ad altra occasione l’esame dei suoi tratti grammaticali e sintattici.
Concludo con una breve premessa sul metodo della relazione.
Come vedremo meglio nella seconda parte, la parola codice, oltreché sinonimica, è anche estremamente ambigua perché, sul piano dell’espressione, possono venir ad essa correttamente associati vari contenuti, anche molto diversi tra loro.
E questo dovrebbe aiutarci a comprendere le ragioni obiettive che giustificano l’uso del mio cognome nel nome che ho dato al trovato; la funzione di quell’uso è ottenere l’univocità che, forse, nessun altro aggettivo sarebbe in grado di assicurare.
L’esperienza (non positiva) fatta con l’espressione ‘Reddito liquido’ mi è stata di insegnamento.
D’altra parte, “codice” è una parola quanto mai ostica perché le lingue naturali sono esse stesse codici.
Quindi, dovendo usare la stessa lingua per definire la parola “codice”, quella lingua diviene autoreferenziale (ossia una metalingua).
Così, per illustrare superficialmente cosa intendo quando dico Codice come parte dell’espressione Codice Versiglioni, userò dapprima lo stesso linguaggio al cui insieme appartiene quell’espressione, ossia il Metalinguaggio matematico-mv, ponendo talune definizioni tra parentesi quadre al fine di evitare eccessive ridondanze.
Poi, per agevolarne al massimo la divulgazione, userò comparativamente le definizioni del termine “codice” tratte da un metalinguaggio naturale reperibile nei dizionari enciclopedici italiani di uso comune (Treccani, Wikipedia etc.).
2. Se dunque il Codice Versiglioni è innanzitutto un codice linguistico, cerchiamo allora di comprendere prioritariamente cosa esso dice di sé stesso, esplicitando qualche definizione partendo dal generale e procedendo verso il particolare.
[Il Codice Versiglioni è il codice del diritto matematico e del diritto digitale identificati da ‘apicetti’ o da apici-mv]-mv.
[Il linguaggio matematico, il linguaggio digitale, il diritto matematico e il diritto digitale sono prodotti del Codice Versiglioni]-mv
Quali sono, dunque, i suoi caratteri principali?
2.1. Inizierei accennando alla sua funzione.
In effetti, la funzione è certamente la caratteristica più efficace a fini divulgativi, anche se, come dicevo, il focus di questo intervento non è la sintassi.
Così facendo, spero tuttavia di consentire a voi di acquisire veloce conoscenza almeno del core code che distingue questo codice da tutti gli altri codici conosciuti (di cui parleremo genericamente tra poco).
[Il Codice Versiglioni è il codice che, in generale, codifica o decodifica un atto linguistico associando a ogni unità terminologica, linguistica o concettuale il suo, unico, codice matematico e che, in particolare nel settore giuridico, ad esempio in un diritto con verità, codifica o decodifica qualunque disposizione giuridica associando a ogni unità terminologica, linguistica o concettuale il suo codice matematico]-mv.
[Il Codice Versiglioni è la funzione che codifica il linguaggio naturale in linguaggio matematico e poi codifica questo in linguaggio digitale binario (1,0)]-mv.
[Dunque, un codice che parte dal naturale e arriva al matematico e poi parte dal matematico e arriva al digitale e che identifica e spiega matematicamente il metodo e la forma di un discorso, qualunque sia il suo oggetto (storico, politico, sociologico, economico, filosofico, giuridico etc.), qualunque sia il suo tipo logico (etico o scientifico), qualunque sia la sua natura aletica (apofantica, dunque, vera o falsa, ovvero non apofantica)]-mv.
In altre parole, il Codice Versiglioni funziona sia se il discorso è Scientifico-mv, sia se il discorso è Etico-mv, sia se è Senza verità-mv, sia se è Con verità-mv.
Ad esempio, prendiamo nell’insieme Linguaggio-mv il sottoinsieme Linguaggio con Verità-mv (sia esso etico o scientifico).
Ebbene, usando il Linguaggio matematico-mv, la definizione di Linguaggio con verità-mv (ossia del linguaggio con verità prodotto dal Codice-mv) è la seguente:
[Il Linguaggio con verità è la funzione LCV che associa a ogni elemento dell’insieme I, al quale appartengono parole, espressioni, proposizioni etc.., uno e un solo elemento dell’insieme C, al quale appartengono i contenuti costituiti da quattro soli codici matematici, ossia (≡), ( · ) , ( — ) , (Ø)]-mv.
Tutto ciò è ovviamente trasferibile all’altro sottoinsieme Linguaggio giuridico-mv e all’ulteriore sottoinsieme Linguaggio giuridico con verità-mv, con due banali precisazioni.
In effetti, diversamente da quanto avviene nel Linguaggio con verità-mv l’insieme di partenza I-mv , conterrà temi giuridici o questioni giuridiche o disposizioni giuridiche etc., e d’altro canto, il nome della funzione sarà, invece, in questo diverso ambiente, Diritto con verità-mv, mentre l’acronimo diverrà DCV-mv.
Questo anche per segnalare che il nome della funzione muta in ragione del suo ambito di esistenza.
2.2. Passiamo ora alla definizione della sua struttura.
[Il Codice Versiglioni è un codice umano costituito da un algoritmo naturale che l’essere umano ha in sé, anche se non lo conosce]-mv.
Del resto, quasi tutti non conoscono neppure il proprio codice DNA.
[La struttura del Codice Versiglioni è il prodotto matematico cartesiano dell’interazione, perennemente mutevole, dell’indole scientifica e dell’indole etica dell’essere umano e consiste in una funzione matematica che, in modo continuo, associa vicendevolmente il dare e il ricevere che interviene, in ogni istante della vita di ognuno, tra l’intellectus e la res]-mv.
Questo codice ha la stessa struttura del codice che guida l’Homomathematicus-mv odierno ad associare alla vite il suo cacciavite, al dado la sua chiave, ma che l’homo ha ovviamente in sé da molti millenni.
Nulla dunque a che vedere, almeno sul piano strutturale, con la tecnologia attuale, sia essa digitale o quantistica.
È un codice antico rimasto ignorato sino a pochi anni fa; qualunque essere umano del passato lo avrebbe potuto scoprire.
Ovviamente, oggi la sua struttura matematica lo rende particolarmente adatto a realizzare il passaggio dal linguaggio analogico al linguaggio digitale e dal linguaggio digitale al linguaggio analogico.
2.3. Passiamo a una definizione che concerne il suo ambito di funzionamento.
[Il Codice Versiglioni è sia un codice genetico, sia un codice interpretativo-probatorio]-mv.
Sul piano della genesi del discorso, un po’ come accade al codice DNA per la genesi dell’essere umano, tale Codice-mv fonda una teoria generale idonea a comprendere e spiegare l’informatica come azione e l’informatica come risultato di qualunque discorso.
Quindi, il Codice Versiglioni è idoneo a generare una nuova teoria generale di ogni discorso: una nuova teoria della filosofia come una nuova teoria della storia, così come una nuova teoria del diritto; da ciò, appunto, il Diritto matematico-mv.
Questa caratteristica attitudinale è forse quella che più ne ostacola la diffusione perché, se meraviglia, lascia attoniti o timorosi. Spaventa infatti l’idea di dover ricostruire diversamente noi stessi sulle fondamenta delle nostre plurime e consolidate esperienze individuali.
Tutti infatti intuiscono che, se si amplia il denominatore che funge da parametro generale, allora il Codice-mv diviene un codice fondativo di un nuovo linguaggio avente forma matematica che ognuno poi dovrebbe imparare se volesse dialogare matematicamente con gli altri.
In ambito giuridico, si tratta di un Linguaggio giusmatematico-mv, semplice, conoscibile, controllabile e dunque prevedibile, come tale utilizzabile nel futuro dell’uomo (e non soltanto della macchina) sia in sede legistica, sia in sede applicativa.
2.4. Passiamo, infine, alla sua efficacia.
[Il Codice Versiglioni è sempre efficace, qualunque sia il discorso o qualunque sia il momento o la situazione nella quale il discorso è espresso]-mv.
[Il Codice Versiglioni ha efficacia prevalentemente qualitativa, quando la funzione è il controllo di validità, tant’è che esso valida o invalida il metodo del discorso, a prescindere dal merito e, come è ovvio, se il metodo è invalidato dal codice, anche il merito diviene invalido; ha invece efficacia prevalentemente quantitativa, quando la funzione del codice è misurare il grado di semplificabilità o di conoscibilità o di controllabilità, dunque di effettività o di giustizia, del contenuto del discorso]-mv.
Sul piano temporale poi, sia in sede legistica, sia in sede previsionale, il Codice Versiglioni è matematicamente e/o statisticamente efficace nel futuro, mentre in ogni altra sede è umanamente e matematicamente efficace nel presente e nel passato.
2.5. Ora, nell’economia dell’intervento, trovo opportuno interrompere qui questa superficiale rassegna dei caratteri e degli elementi descrittivi del Codice-mv e rinviare, per ciò che concerne la sua semplicità, la sua economicità, la sua affidabilità e la sua softwarizzabilità, al sito Dirittomatematico.it, al mio primo articolo del 2015 (Legistica, ‘Diritto matematico’e ‘Diritto digitale’) e alla mia monografia del 2020 (Diritto matematico-mv. Diritto con verità-mv e Diritto senza verità-mv) e agli articoli successivi pubblicati su Unità e pluralità del sapere giuridico nel 2021 e nel 2022.
Queste fonti sono utili anche per reperire Indicazioni giusmatematiche-mv che agiscono sul contenuto del Codice-mv dall’esterno, ossia in negativo (cosa esso non è).
3. Come dicevo, vorrei passare dal Metalinguaggio matematico-mv al metalinguaggio della linguistica naturale.
Questo perché un modo efficiente ed efficace per dare o per ricevere un’idea di massima su una cosa che non si conosce è esaminare una relazione tra essa e una cosa simile o tra essa e un “codice”, come quello della lingua madre, che invece tutti conoscono o possono conoscere facilmente.
D’altra parte, la parola “codice” è, tra tutte le nostre parole, forse la parola più misteriosa perché rende necessario al linguaggio parlare di sé stesso: ecco, dunque, a cosa mi riferivo poc’anzi, parlando di autoreferenzialità e di metalinguaggio.
Inoltre, la parola “codice” è particolarmente sinonimica e ambigua.
E ciò sembra confermare l’oggettività delle ragioni dell’uso dell’apice-mv col quale contraddistinguo i lemmi del Dizionario che sto scrivendo o le ragioni dell’espressione, ancor più univoca, Codice Versiglioni .
Procediamo, dunque, per gradi.
Partire dalla filologia è buona prassi. La filologia usa la parola “codice”, dapprima codex, per fornire l’immagine di un libro manoscritto, insomma una cosa antica fatta di tavolette rilegate, o per esprimere il testimone che tramanda ad altri una sua conoscenza: nel tempo, la sommatoria dei testimoni darebbe vita alla “tradizione”.
Preso atto di ciò, ecco dunque una prima notevole differenza: il Codice Versiglioni ha un significato molto più ampio di quello che consegna la filologia. Se, invero, ben può essere formato da un manoscritto, esso è tuttavia molto altro. Interessante se mai, ma marginale, l’elemento comune a entrambi i significati: anche il Codice Versiglioni è infatti il testimone di un fatto, sia esso osservato nel discreto (ossia in un preciso istante), sia esso osservato nel continuo (ossia lungo un arco temporale).
Ciò precisato, entriamo nel settore giuridico. Tutti noi conosciamo bene il significato che la parola “codice” ha nel nostro ambiente. Ebbene, il Codice Versiglioni è tutt’altro.
Se, ad esempio, un operatore del diritto usa la parola “codice” per riferirsi al codice civile o al codice di procedura civile, intesi come testi, naturali o digitali, che raccolgono le disposizioni giuridiche concernenti una specifica materia, allora quella parola ha ben poco in comune con l’espressione Codice Versiglioni .
Analoga poi la divergenza di significati che corre tra la parola d’uso comune “codificazione” e la espressione Codificazione-mv: la prima esprime, infatti, solo una parte marginale (ossia la raccolta) del ben più ampio significato della seconda (come già avrete avuto modo di intuire).
A questo punto, esaminiamo insiemi più specifici e pertinenti, iniziando da quello della semiotica.
Ci accorgiamo subito che qui la relazione tra i due insiemi linguistici trova forse l’intersezione più ampia.
Vediamo analiticamente perché.
I) Anche il Codice Versiglioni usa segni (i Segni matematici-mv) per dare un’informazione a chi la riceve mediante una relazione (la Funzione-mv o la Ragione di verità-mv).
II) Anche il Codice Versiglioni associa una fase genetica, di Codifica-mv, a una fase di interpretazione, ossia di Decodifica -mv, ovviamente dopo aver definito le caratteristiche dei segni. Così, ad esempio, il Codice Versiglioni può essere ben compreso traducendo, in linguaggio giusmatematico, il Codice-mv (ossia la norma d’uso di sé stessa) della norma che ordina il trattamento dei singoli pazienti che si presentano al pronto soccorso di un ospedale in ragione della gravità della patologia che essi presentano. La tabella codifica la norma con quattro codici costituiti da quattro cerchi distinti con riempimenti di differente colore (bianco, verde, giallo e rosso) e con descrizioni ben definite al fine di ordinare i pazienti in funzione della misura, in questo caso crescente, del grado di gravità della patologia.
III) I segni del Codice Versiglioni rappresentano solo una parte dei segni possibili al “codice” di cui parla la semiotica: ad esempio, i segni del Codice-mv sono tra loro alternativi (nell’esempio appena fatto, a un paziente si dà uno e un solo segno), pur essendo possibile che uno stesso segno possa veicolare più informazioni in base a una seconda o, anche, a una terza condizione e così via dicendo (tornando all’esempio appena svolto, si pensi a un codice di colore giallo, però elettronico, suscettibile di assumere un colore mutevole compreso in una scala di gialli – continua o discreta – che tenda al rosso passando per l’arancione).
IV) Dunque, non essendo tra loro combinabili, a differenza degli altri segni della semiotica, i segni del Codice Versiglioni non implicano problemi quanto a posizione.
V) Tuttavia, così come avviene nel linguaggio naturale, il passaggio che conduce il Codice-mv a risolvere la propria subroutine può trovare una sospensione nell’attesa che si risolva previamente una seconda subroutine, dal cui esito dipende anche l’esito della prima subroutine.
VI) I segni del Codice Versiglioni sono semanticamente ben definiti, limitati e iconici. Ciò, diversamente da quanto accade ai segni di una qualunque lingua naturale, come tale esposta a una propria o a una plurima naturale arbitrarietà. In effetti, la lingua naturale, se consente sempre e comunque di parafrasare qualunque discorso, in specie quando esso richiede traduzioni linguistiche, magari a cascata, rende tuttavia assai incerto il modo per trovare la vera interpretazione. Questo avviene anche perché i codici del linguaggio naturale sono per lo più non iconici; dunque, il significante può non somigliare affatto al significato. D’altra parte, l’iconicità aiuta enormemente il ricevente a decodificare e, soprattutto, rende possibile la Decodificazione globale-mv perché rende ciascun abitante della terra libero dalle soggezioni imposte dalla sola lingua o dalle poche lingue che conosce, le quali, essendo arbitrarie, implicano che egli previamente conosca, ogni volta, il codice che associa il significante al significato. Tanto per fare un esempio, pensiamo all’uso globale delle “faccine” o di altri simboli, ossia segni, che poniamo ogni giorno in un messaggio Sms o WhatsApp e che danno al ricevente un’informazione immediatamente comprensibile, qualunque sia la sua lingua, qualunque sia il luogo della terra in cui egli viva.
VII) I segni del Codice-mv sono poi semanticamente sinonimici ma non ambigui. Infatti, la funzione è solo suriettiva: ciascun tema del discorso ha un proprio codice e a ciascun tema corrisponde univocamente uno e un solo codice. Dunque, anche qui si è in presenza di una peculiare specie di segni: non arbitrari, non biunivoci ma univoci. Perciò, a differenza di quanto avviene nel linguaggio della linguistica naturale, se i codici sono, come normalmente sono, sinonimici e ambigui, il Codice Versiglioni non è un codice vago.
Transitiamo ora all’ambiente dell’elettronica e dell’informatica.
Certamente anche qui è l’intersezione tra i due insiemi linguistici è molto significativa; tuttavia, in questa sede è possibile solo un cenno.
Del resto, come dicevo, il Codice Versiglioni compila il Dizionario di diritto matematico e di diritto digitale-mv includendo sia le tabelle di automazione costruite intorno a segni o simboli previamente definiti al fine di trasferire in modo universalmente univoco un’informazione matematica, sia codici binari (1,0) che, sebbene espressi in forma semplificata, sono tuttavia non dissimili a quelli costitutivi della lingua digitale.
D’altra parte, come si è appena visto, similmente a quanto avviene per il “codice” di cui parlano l’elettronica o l’informatica, anche il Codice Versiglioni funziona con segni o simboli e codifica mediante stringhe, nel nostro caso costituite da coppie (indice, codice). Tanto che l’insieme delle codifiche costituisce, anche qui, l’insieme delle stringhe che offrono l’immagine della loro unione.
Infine, come avviene nell’informatica, anche nel Diritto Matematico-mv e nel Diritto Digitale-mv ci si trova in presenza di un insieme finito di elementi che è chiamato “alfabeto” del “codice” (nel nostro caso, C-mv) e di un insieme finito di elementi, ancorché continuamente mutevole, (nel nostro caso I-mv) associati tra loro da un meccanismo ordinato e controllabile che dà vita a una funzione (nel caso che abbiamo sopra esaminato, la funzione suriettiva DCV-mv). In tale funzione gioca un ruolo decisivo, ma solo analogamente a quanto accade nell’informatica, l’univocità dell’immagine di arrivo rispetto al dato di partenza.
In effetti, essendo il Codice Versiglioni destinato a rappresentare soltanto la correttezza del metodo di soluzione di una qualunque relazione, è mediante tale univocità (non bidirezionale) che può realizzarsi la codifica digitale o la conversione analogico-digitale.
In ciò sta, del resto, la natura umana della funzione, ossia la natura umana dell’algoritmo che governa il Codice-mv, il cui uso stesso richiede sempre l’intervento umano, anzi un duplice intervento umano (analogico-digitale-analogico).
Da ciò, la possibilità di costruire, se non di identificare, il Codice di coesistenza o di convivenza dell’essere umano con l’umanoide-mv.
Un’intersezione non banale tra i due insiemi linguistici, e quindi probabilmente utile al fine della trasmissione del messaggio, appare quella che interviene quando il codice della linguistica naturale assegna a “codice” il significato di funzione che converte un significato con un altro significato mediante una sostituzione che rende incomprensibile il messaggio, a meno che non si conosca la funzione di conversione e la chiave di conversione.
Se la logica, come pare, è quella della equivalenza, non si può negare che, per certi aspetti, anche il Codice Versiglioni lavora con quella logica, ma lo fa sempre, come si dice, open source.
Non va dimenticato, poi, che il Codice Versiglioni concerne soltanto la conoscibilità e la controllabilità del metodo della trasmissione e non fornisce alcuna informazione aletica diretta sul merito del singolo risultato, ossia sulla verità/falsità del singolo significato.
Altra cosa rispetto al Codice Versiglioni sembrano poi i “codici a barre” o i “codici qr”, i quali implicano un processo di codifica di un certo numero di informazioni (ben maggiore nei “codici qr”) e un processo che cifra il messaggio mediante bit, messaggio che viene decifrato velocemente da un lettore ottico.
Senza poter analizzare, per motivi di tempo, i codici mediante i quali si memorizzano in una blockchain (alla quale l’uomo, una volta bloccata, non può più accedere) i così detti smart contracts, ossia i contratti auto-eseguibili, le cui pattuizioni appunto, secondo la logica if, then [ossia Y= f(x)] vengono eseguite automaticamente then [Y], al verificarsi della condizione contrattualmente prevista if [(x)][2].
4. Non c’è tempo per riassumere e concludere.
Preferisco dedicare un minuto ad una sentita esortazione che rivolgo a tutti, ma in particolare ai giovani studiosi e ai loro maestri (le cui indicazioni, in specie nel nostro sistema accademico, sono fondamentali).
Concedere al Codice Versiglioni che è frutto di intelligenza umana, e non di intelligenza artificiale, il beneficio del dubbio che è tipico dell’intelligenza umana.
Partecipare attivamente al processo di implementazione e completamento del Dizionario-mv, che non necessita né di big data, né di small data, né di personal data.
Concorrere al progetto di dotare in questo modo la società italiana ed europea di un alternativo al diritto digitale americano o cinese, basato sull’IA applicata a big data e derivato, per correlazione, dalla giurisprudenza (ancorché italiana od europea).
Riflettere sulla impossibilità di conoscere a priori quale di questi o altri metodi potrà meglio garantire un diritto più efficiente e, soprattutto, più giusto del diritto attuale.
Convenire, insomma, che una tale valutazione comparativa potrà esser fatta solo poi, anzi solo se o solo quando i due prodotti fossero davvero suscettibili di confronto.
Concludere che la scienza insegna che l’impiego, dall’alto, di così tante risorse destinate a dare energia a un nesso macroscopico e correlativo non garantisce di ottenere necessariamente un risultato migliore di quello ottenibile, dal basso, lavorando in economia, con nesso microscopico e deduttivo.
Forse, anzi probabilmente, la soluzione non sta nel tutto, ma nel punto.
Meditare sul fatto che da sempre l’essere umano dà alla vite il suo cacciavite e al dado la sua chiave e lo fa senza necessità di lanciare una moneta per scegliere tra i due utensili o senza dover correlare i trilioni e trilioni di svitamenti fatti in ogni dove, da chicchessia e chissà quando.
La soluzione, ossia la Norma d’uso di sé-mv, è nell’essere umano.
Perciò, alla curiosità, all’impegno e al coraggio umano il dovere di cercarla in sé e non al di fuori di sé.
In ciò, sta il progredire del conoscere e, dunque, il progredire dell’essere umano, in specie nel nuovo mondo vissuto anche da umanoidi.
In una società fondata sul principio di uguaglianza, ove il diritto è dare a ciascuno il suo e ricevere da ciascuno il suo-mv, La convivenza dell’essere umano con l’umanoide implica, infatti, un metodo matematico o, meglio, una funzione idonea a regolare la perenne mutevolezza del loro vicendevole dare e ricevere in ragione di ciò che, di volta in volta, con la medesima proporzione è di ciascuno suo (ora dell’umano, ora dell’umanoide)-mv.
A questa funzione è dedicato il Codice Versiglioni .
(*) Questo contributo corrisponde alla relazione svolta nel corso di un convegno via webinar tenutosi in data 14 aprile 2023 organizzato dalla Università di Torino e dedicato ai temi della digitalizzazione del diritto.
[1] Ad esempio, pensando alla società italiana e alla sola cornice offerta dalla Costituzione italiana, le relazioni che corrono tra le norme costituzionali in materia legistica o in materia giudiziaria e il Codice Versiglioni appaiono spiegabili, con Linguaggio giusmatematico-mv, mediante il Codice della corrispondenza ( · )-mv o, almeno, il Codice della coerenza ( — )-mv. Tra gli altri, si pensi ai principi di solidarietà, di uguaglianza, di separazione tra ordini/poteri, di riserva di legge oppure ai principi che concernono più da vicino il giudice, come quelli di indipendenza e di autonomia, di libero convincimento, di divieto d’uso della propria scienza privata etc. Anzi, ecco una prima definizione funzionale. Def. [La funzione del Codice Versiglioni include tra le proprie ragioni di verità (in grado di validare costituzionalmente le leggi) le seguenti funzioni: semplificare, rendere conoscibili e controllabili matematicamente i metodi di attuazione delle norme costituzionali in concreto usati dal legislatore, nonché misurare la dimensione dell’effettività e della giustizia delle relazioni tra le leggi e il loro parametro di validità costituzionale]-mv.
[2] Per una specifica applicazione esplicitata per sequenza del Codice Versiglioni mediante logica if, then al settore dei diritti indisponibili, v. Versiglioni M., Dirittomatematico.it. L’algoritmo del dovere di contraddittorio preventivo, in RDT on line, 2019.
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