La navigazione senza limiti è riservata ai soli abbonati. Per sottoscrivere l'abbonamento clicca qui.
Il timido avvio della riforma fiscale
Di Loredana Carpentieri -
Abstract
Il sistema fiscale del nostro Paese soffre di una serie di criticità non facili da affrontare. Molti sono i fronti sui quali sarebbe opportuno intervenire; non molti, invece, sembrano essere i margini di manovra per una riforma che, pur prospettando un orizzonte temporale di cinque anni, era stata sostanzialmente presentata a parità di gettito. Il primo atto della riforma fiscale è stato anticipato nei provvedimenti di fine anno e, in particolare, nella Legge di bilancio (L. n. 234/2021) e nel decreto che ha introdotto a regime l’assegno unico e universale: è l’avvio – timido – della riforma, che parte proprio dall’IRPEF e dall’IRAP.
The timid start of the Italian tax reform. – The Italian tax system suffers from a series of critical issues that are not easy to deal with. There are many fronts on which it would be appropriate to intervene; on the other hand, there seems to be little room for maneuver for a reform which, while envisaging a time horizon of five years, was substantially presented with equal tax revenue. The first act of the tax reform was anticipated in the end of year tax measures and, in particular, in the budget law (law no. 234 of 2021) and in the decree that introduced the single and universal allowance: it’s the timid start of a reform, which openings from the Personal Income Tax and the Regional Business Tax.
Sommario:1. Le criticità del nostro sistema fiscale – 2. L’avvio del processo di riforma: si parte dall’IRPEF e dall’IRAP
1. Il sistema fiscale del nostro Paese soffre di una serie di criticità non facili da affrontare. Molti sono i fronti sui quali sarebbe opportuno intervenire (sia consentito rinviare a: Proposte per una riforma fiscale sostenibile, a cura di Carpentieri L. – Ceriani V., pubblicato in Astrid Rassegna, 2021, 11; Ceriani V. – Carpentieri L., Qualche considerazione sulla delega fiscale, in Astrid Rassegna, 2021, 16): non molti, invece, sembrano essere i margini di manovra per una riforma che, pur prospettando un orizzonte temporale di cinque anni, era stata sostanzialmente presentata a parità di gettito (anche se il disegno di legge delega approvato in Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2021 stanziava 2 miliardi per il 2022 e 1 miliardo per gli anni successivi).
Quanto alla tassazione dei redditi, è a tutti evidente la frammentazione e la paradossale asistematicità dell’attuale “sistema”. Due imposte diverse, l’IRES ad aliquota proporzionale per i redditi prodotti dalle società di capitali e l’IRPEF progressiva a scaglioni per i redditi delle persone fisiche e delle società di persone; nell’IRPEF, sei redditi di categoria, ciascuno con proprie regole di determinazione, quantificazione e imputazione a periodo, per costruire un sistema di fiscalità di massa che voleva forse essere di semplice applicazione e che, invece, imbastardito fin dagli anni ‘70 del secolo scorso da massicci interventi normativi privi di un disegno unitario, ha tradito ogni logica di equità ed efficienza.
Redditi di impresa tassati in modo diverso non solo a seconda della forma giuridica scelta dall’impresa, ma anche a seconda delle dimensioni dell’impresa e, con riferimento ad alcune componenti di reddito, del settore di attività; redditi di lavoro sui quali si è concentrata la progressività, ma trattati diversamente a seconda che derivino da un lavoro subordinato o autonomo, con una diversa rilevanza dei costi di produzione del reddito e con un diverso impatto delle forfettizzazioni (da ultimo con la pesante erosione della base imponibile determinata dalla c.d. flat tax degli autonomi); redditi di capitale tassati quasi sempre ad aliquota proporzionale ma distinti in due categorie reddituali, contraddistinte da regole diverse; redditi immobiliari ancorati a un catasto della cui revisione si parla ormai da decenni, ma che incontra ostacoli insormontabili nel peso elettorale che questa revisione avrebbe, anche se complessivamente a parità di gettito.
Il risultato è un sistema fiscale opaco e forse anche per questo fortemente evaso; un sistema che ha visto ridursi sempre più il perimetro della progressività (e con esso, anche la capacità redistributiva) e che ha perso equità orizzontale, dato che contribuenti con lo stesso ammontare di reddito subiscono prelievi differenti, non sempre sulla base di giustificazioni plausibili. Le aliquote dell’imposta progressiva presentano andamenti erratici, per effetto di detrazioni, deduzioni e bonus che cambiano e si sovrappongono di anno in anno; poche sono state, negli anni, le azioni per ridurre le molteplici fattispecie agevolative che erodono la base imponibile e alterano la progressività dell’IRPEF (cfr.: Baldini M. – Giannini S. – Pellegrino S., Progressività dell’Irpef: non dipende dal numero di aliquote, in lavoce.info, 14 gennaio 2021). Una congerie di norme in continua mutazione, una fabbrica di San Pietro nella quale è ormai difficile distinguere un disegno di sistema.
Il disegno di legge delega approvato in Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2021 non lascia forse presagire una grande riforma (cfr. Carinci A., La riforma fiscale, ovvero come la montagna partorì il topolino, in L’accertamento, 2021, 5, 1 ss.; Della Valle E., Le coordinate della delega sulla “riforma” del sistema tributario, in questa Rivista, 17 novembre 2021; Leo M., Le linee guida per la riforma fiscale fra proposte condivisibili e lacune da colmare, ne il fisco, 2021, 30, 2907 ss.), ma ha il pregio di tentare una razionalizzazione dell’esistente, tenendo anche conto delle sollecitazioni che da tempo ci vengono dall’Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale: ridurre la tassazione sul lavoro e spostare l’accento sull’IVA, riformare il catasto e aumentare l’imposizione sugli immobili, cercare basi imponibili più ampie per finanziare il welfare, oggi gravante sui redditi di lavoro. A ben guardare, le indicazioni suggerite dagli organismi internazionali sono ormai divenute passi obbligati: i redditi da lavoro, la cui tassazione ha rappresentato la principale fonte di gettito negli ultimi 30 anni, sono destinati a inaridirsi (cfr.: Visco V., Come valutare la delega fiscale? in Astrid Rassegna, 2021, 16) e, d’altro canto, la concentrazione dell’imposta progressiva sugli stessi – percepita come evidente limite all’equità orizzontale del prelievo – ha da tempo indotto il legislatore a introdurre non solo pesanti forfettizzazioni delle basi imponibili nel lavoro autonomo (si pensi alla citata flat tax delle partite IVA), ma anche forme di imposizione sostitutiva per rilevanti componenti del reddito di lavoro dipendente (pensiamo al 10 per cento sui premi di produttività).
La tassazione degli immobili subisce da troppo tempo lo stallo del catasto e di una sua riforma politicamente costosa da sostenere; lo stesso disegno di legge delega, in questo senso, ricorre all’escamotage di una revisione presentata inizialmente come una semplice operazione trasparenza volta all’aggiornamento dei valori patrimoniali sulla base del mercato, da realizzarsi entro il 2026 e senza immediati effetti sostanziali in termini di tassazione (cfr.: Iovine A., Catasto. Per gli immobili rendita attualizzata neutra, per ora, ai fini fiscali, in I focus del Sole 24 Ore, 21 ottobre 2021, 30, 15; Selicato G. – Parente S.A., La “riforma del catasto fabbricati” nella recente proposta di delega per la revisione del sistema fiscale: linee di sviluppo e criticità, in questa Rivista, 16 dicembre 2021). L’aggiornamento del catasto, in realtà, non comporterebbe – come qualcuno sostiene – un aumento di tassazione per tutti i contribuenti ma un sostanziale riequilibrio della tassazione, a probabile svantaggio degli immobili delle grandi città e a vantaggio degli immobili localizzati nelle cd. aree interne e nel Mezzogiorno.
La verità è che il nostro catasto riporta ancora le stime di potenziali canoni di locazione, non valori patrimoniali; siamo uno dei pochi Paesi a detassare completamente (e non con una franchigia) la prima casa (anche per i più abbienti), con l’effetto di famiglie i cui componenti, ancorché di fatto conviventi nella medesima abitazione, si dichiarano fiscalmente residenti in abitazioni diverse per abbattere il peso delle imposte. Le cedolari secche sui canoni di locazione introdotte per far emergere gli affitti “in nero” hanno avuto l’effetto di una pallottola spuntata: vista la concentrazione della proprietà degli immobili sui contribuenti con i redditi più elevati, il gettito delle cedolari sui redditi “emersi” non ha neanche compensato la perdita delle imposte progressive che si pagavano in precedenza.
Il finanziamento del welfare oggi grava sul lavoro: l’IRAP ha perso le sue caratteristiche iniziali e si parla di sostituirla con un prelievo che vada a colpire basi imponibili più estese.
Da dove partire? Con una scelta di concretezza, il disegno di legge delega parte dalla razionalizzazione dell’esistente. Al perimetro della progressività sono via via sfuggiti tanto interi redditi di categoria quanto singole componenti reddituali. Bisogna avere il coraggio di ammettere che siamo arrivati a un punto di non ritorno: non è più possibile riportare in progressività i redditi che ne sono usciti e, se davvero vogliamo garantire al sistema tributario quella progressività e quella redistribuzione a cui la Costituzione ci impegna, forse è tempo di abbandonare l’idea dell’imposta omnicomprensiva sul reddito e optare per un sistema duale, articolando la progressività sul lato della spesa, anziché su quello dell’entrata.
Dunque, l’idea di fondo è quella di tassare ad aliquota proporzionale e uniforme i redditi di capitale (sia quelli derivanti dal mercato finanziario che quelli derivanti dal settore immobiliare) e lasciare ad aliquote progressive i redditi da lavoro.
I redditi di natura finanziaria dovrebbero dunque essere ricondotti a regole unitarie, evitando le distorsioni attualmente determinate tanto dalla frammentazione dei regimi di tassazione del risparmio quanto dalla distribuzione dei redditi di capitale in due categorie reddituali, con minusvalenze non immediatamente compensabili. I redditi di lavoro dovrebbero scontare aliquote progressive, ma opportunamente riviste per diminuire le aliquote medie effettive; e, verosimilmente, questa risistemazione dell’IRPEF dovrebbe avere effetti – nonostante non ve ne sia cenno nel disegno di legge delega – anche sulla sorte dei regimi sostitutivi attualmente presenti nei redditi di lavoro.
Per i redditi “misti” dei soggetti IRPEF l’ipotesi è quella di disegnare un sistema anch’esso misto, nel quale sia possibile scindere la componente capitale dalla componente lavoro: si può riprendere la struttura dell’IRI, ma occorre fare attenzione a creare un sistema semplice da gestire, soprattutto nella fase di transizione (pensiamo alle riserve di utili delle società di persone, già tassate per trasparenza, che diventerebbe necessario salvaguardare da nuove tassazioni nel passaggio all’IRI).
Per il reddito d’impresa la via indicata dal disegno di legge è quella della neutralità: tassarlo, per quanto possibile, con le stesse regole qualunque sia la forma giuridica nella quale viene svolta l’attività d’impresa e avvicinare il reddito fiscale all’utile di bilancio, così da ridurre sia gli adempimenti dei contribuenti sia i costi amministrativi di gestione del sistema fiscale.
Nessuna indicazione particolare, infine, dal disegno di legge delega per il graduale superamento dell’IRAP, imposta nata con finalità di razionalizzazione del sistema ma via via mutata nella struttura fino a diventare un’imposta che colpisce una base imponibile costituita solo dai profitti e dagli interessi passivi dell’impresa. Nella loro relazione, le Commissioni finanze di Camera e Senato hanno sottolineato che una riforma finalizzata alla crescita non può considerare con favore un’imposta che assume come base imponibile la remunerazione dei fattori produttivi; ma il problema è con cosa sostituire un’imposta che nel 2019 ha dato un gettito di 24 miliardi.
Quanto all’IVA, l’imposta che risulta più evasa, il disegno di legge delega prevede di razionalizzare le aliquote, riducendo il peso delle aliquote ridotte: intervento che servirebbe a bilanciare l’attuale imposizione diretta, gravante principalmente su un reddito di lavoro che tende invece a diminuire. Da decenni la Commissione europea raccomanda, come già ricordato, di fare maggiore ricorso alle basi imponibili meno penalizzanti per la crescita, come il patrimonio e i consumi.
2. Il primo atto della riforma fiscale è stato anticipato nei provvedimenti di fine anno e, in particolare, nella Legge di bilancio (L. n. 234/2021) e nel decreto che ha introdotto a regime l’assegno unico e universale. La Legge di bilancio, riprendendo il documento approvato dalle Commissioni di Camera e Senato nel quale venivano indicati come obiettivi prioritari la riduzione dell’aliquota media effettiva sui contribuenti con redditi compresi nella fascia tra i 28.000 e i 55.000 euro e la razionalizzazione dell’andamento delle aliquote marginali, ha iniziato il percorso di rimodulazione dell’IRPEF e della sua curva di progressività, ridefinendo le aliquote IRPEF (che passano da 5 a 4: 23, 25, 35 e 43 per cento) e gli scaglioni di reddito, rideterminando le detrazioni per le principali categorie di contribuenti e modificando anche il c.d. bonus IRPEF (per un impatto di queste misure sulla progressività del prelievo cfr.: Ufficio parlamentare di bilancio, La revisione dell’IRPEF nella manovra di bilancio, Flash n. 5, 20 dicembre 2021). A ciò si è aggiunto l’intervento operato con la ricordata introduzione dell’assegno unico universale, destinato a sostituire le detrazioni per figli a carico e gli assegni familiari fino ad oggi esistenti (sul quale sia consentito rinviare a Carpentieri L., Prime avvisaglie di una revisione dell’Irpef: l’assegno unico e universale come silver bullet per il sostegno a (tutte) le famiglie con figli?, in questa Rivista, 4 gennaio 2022).
Questa riforma di struttura dell’IRPEF (alla quale si aggiunge, per il solo 2022, uno sgravio contributivo dello 0,8 per cento) opera su una platea piuttosto ampia, principalmente a vantaggio dei nuclei familiari con figli e dei contribuenti con redditi medio-bassi e medio-alti (anche se critiche pesanti sono state sollevate sotto il profilo dell’equità distributiva della revisione dell’IRPEF in ordine all’impatto del Superbonus 110 per cento, destinato ad avvantaggiare i contribuenti più abbienti; cfr.: Pisauro G., Un Superbonus distorsivo e poco sostenibile e Larcinese V. – Rizzo L. – Secomandi R., L’impatto sull’equità distributiva della revisione Irpef e del Superbonus, entrambi in lavoce.info, 24 dicembre 2021) e costa complessivamente 13 miliardi l’anno: 7 miliardi per la rimodulazione di aliquote, scaglioni e detrazioni IRPEF e 6 miliardi per l’assegno unico universale. Occorre considerare, peraltro, che le addizionali locali (molto differenziate sul territorio italiano) rischiano di ridurre, se non addirittura di dimezzare, il taglio dell’IRPEF.
La Legge di bilancio per il 2022 (cfr.: art. 1, comma 8, L. n. 234/2021) ha inoltre iniziato il processo di “miniaturizzazione” dell’IRAP escludendo dall’ambito applicativo di tale imposta, a decorrere dal periodo d’imposta 2022, le persone fisiche esercenti attività commerciali, arti e professioni “di cui alle lettere b) e c) del comma 1 dell’art. 3 del decreto legislativo n. 446 del 1997”. L’esclusione da IRAP dovrebbe certamente operare per i soggetti individuali (imprenditori e professionisti) e per le imprese familiari, che restano a tutti gli effetti imprese individuali anche in presenza di collaboratori: per le attività d’impresa e professionali svolte in forma individuale la nuova norma consente dunque di superare tutte le complesse valutazioni che dovevano precedentemente effettuarsi, ai fini di stabilire l’esclusione da IRAP, in ordine alla sussistenza di un’attività “autonomamente organizzata”.
Altrettanto certa, ma in senso contrario, sembrerebbe essere, almeno in prima approssimazione, la permanenza, nel perimetro IRAP, degli studi associati e delle società tra professionisti, con qualche conseguente perplessità sull’effetto di incentivo al “nanismo” professionale (e correlato disincentivo alle aggregazioni professionali) che la recente scelta del legislatore fiscale potrebbe comportare. In tema di esercizio associato della professione occorre però ricordare quanto affermato dalla Cassazione da ultimo nell’ordinanza n. 39578 del 13 dicembre 2021, laddove si è detto (richiamando la precedente ordinanza n. 30873/2019) che il principio generale secondo cui l’esercizio in forma societaria o associata della professione costituisce ex lege presupposto dell’IRAP lascia comunque “salva la facoltà del contribuente di dimostrare l’insussistenza dell’esercizio in forma associata dell’attività stessa” (cfr.: sull’evoluzione della giurisprudenza di legittimità v. Denora B., Professionisti con un solo collaboratore “generico” esclusi dall’IRAP, in questa Rivista, 24 maggio 2016) Dunque, anche in presenza di uno studio associato, l’accertamento dell’esercizio in modo autonomo e non associato dell’attività professionale, può escludere l’applicazione dell’IRAP (è il caso dei professionisti che si limitano a dividere i costi di studio senza una collaborazione reciproca in grado di incidere sullo svolgimento autonomo della professione). Si ricorda che analoga esclusione da IRAP vige per la “medicina di gruppo” in convenzione con il SSN, forma associativa che le Sezioni Unite della Cassazione (con sentenza n. 7291/2016) hanno ritenuto non assimilabile alle associazioni tra professionisti e/o alle imprese “essendo questo piuttosto, un organismo promosso dal servizio sanitario nazionale, diretto a realizzare più avanzate forme di presidio della salute pubblica mercè l’impiego di risorse, anzitutto professionali, ma non solo, del personale medico a rapporto convenzionale” (cfr.: Farri F., Le Sezioni unite si pronunciano sull’IRAP per gli studi medici, in questa Rivista, 20 aprile 2016).
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Baldini M. – Giannini S. – Pellegrino S., Progressività dell’Irpef: non dipende dal numero di aliquote, in lavoce.info, 14 gennaio 2021
Carinci A., La riforma fiscale, ovvero come la montagna partorì il topolino, in L’accertamento, 2021, 5, 1 ss.
Carpentieri L., Prime avvisaglie di una revisione dell’Irpef: l’assegno unico e universale come silver bullet per il sostegno a (tutte) le famiglie con figli?, in Riv. tel. dir. trib., 4 gennaio 2022
Carpentieri L. – Ceriani V. (a cura di), Proposte per una riforma fiscale sostenibile, in Astrid Rassegna, 2021, 11
Ceriani V. – Carpentieri L., Qualche considerazione sulla delega fiscale, in Astrid Rassegna, 2021, 16
Della Valle E., Le coordinate della delega sulla “riforma” del sistema tributario, in Riv. tel. dir. trib., 17 novembre 2021
De Mita E., Fisco, le lezioni della storia per gli aspiranti riformatori, ne Il Sole 24 Ore, 25 settembre 2020
Denora B., Professionisti con un solo collaboratore “generico” esclusi dall’IRAP, in Riv. tel. dir. trib., 24 maggio 2016
Farri F., Le Sezioni unite si pronunciano sull’IRAP per gli studi medici, in Riv. tel. dir. trib., 20 aprile 2016
Giovannini A., Proposte di riforma fiscale, in Riv. tel. dir. trib., 6 luglio 2021
Iovine A., Catasto. Per gli immobili rendita attualizzata neutra, per ora, ai fini fiscali, I focus del Sole 24 Ore, 21 ottobre 2021, 30, 15
Leo M., Le linee guida per la riforma fiscale fra proposte condivisibili e lacune da colmare, ne il fisco, 2021, 30, 2907 ss.
Rizza P. – Santoro A., Assegno unico e nuova Irpef, due riforme per generare equità e crescita economica, ne Il Sole 24 Ore,19 gennaio 2022
Selicato G. – Parente S.A., La “riforma del catasto fabbricati” nella recente proposta di delega per la revisione del sistema fiscale: linee di sviluppo e criticità, in Riv. tel. dir. trib., 16 dicembre 2021
Tremonti G., Fisco, riforma sempre più urgente (ma la pandemia complica le cose), ne Il Sole 24 Ore, 9 settembre 2020
Vantaggio M., La prevalenza della forma giuridica sulla sostanza economica nell’esclusione da IRAP per le ditte ed i lavoratori autonomi individuali, in Riv. tel. dir. trib., 2 febbraio 2022
Ufficio parlamentare di bilancio, La revisione dell’IRPEF nella manovra di bilancio, Flash n. 5, 20 dicembre 2021
Visco V., Fisco, una riforma organica per un sistema delegittimato, ne Il Sole 24Ore, 3 luglio 2020
Visco V., Come valutare la delega fiscale? in Astrid Rassegna, 2021, 16
Informativa sul trattamento dei dati personali (ai sensi dell’art. 13 Regolamento UE 2016/679)
La vigente normativa in materia di trattamento dei dati personali definita in conformità alle previsioni contenute nel Regolamento UE 2016/679 del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati (Regolamento generale sulla protezione dei dati, di seguito “Regolamento Privacy UE”) contiene disposizioni dirette a garantire che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche, con particolare riguardo al diritto alla protezione dei dati personali.
Finalità del Trattamento e base giuridica
Il trattamento dei dati personali è finalizzato a:
– fornire il servizio e/o prodotto richiesto dall’utente, per rispondere ad una richiesta dell’utente, e per assicurare e gestire la partecipazione a manifestazioni e/o promozioni a cui l’utente ha scelto di aderire (richiesta e acquisto abbonamento periodici; richiesta e acquisto libri; servizio di fatturazione; invio periodici in abbonamento postale, invio newsletter rivolte a studiosi e professionisti).
– inviare newsletter promozionale di pubblicazioni a chi ne ha fatto richiesta; ferma restando la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali invii in qualsiasi momento.
– inviare all’utente informazioni promozionali riguardanti servizi e/o prodotti della Società di specifico interesse professionale ed a mandare inviti ad eventi della Società e/o di terzi; resta ferma la possibilità per l’utente di opporsi all’invio di tali comunicazioni in qualsiasi momento.
– gestire dati indispensabili per espletare l’attività della società: clienti, fornitori, dipendenti, autori. Pacini Editore srl tratta i dati personali dell’utente per adempiere a obblighi derivanti da legge, regolamenti e/o normativa comunitaria.
– gestire i siti web e le segreterie scientifiche per le pubblicazioni periodiche in ambito medico-giuridico rivolte a studiosi e professionisti;
Conservazione dei dati
Tutti i dati di cui al successivo punto 2 verranno conservati per il tempo necessario al fine di fornire servizi e comunque per il raggiungimento delle finalità per le quali i dati sono stati raccolti, e in ottemperanza a obblighi di legge. L’eventuale trattamento di dati sensibili da parte del Titolare si fonda sui presupposti di cui all’art. 9.2 lett. a) del GDPR.
Il consenso dell’utente potrà essere revocato in ogni momento senza pregiudicare la liceità dei trattamenti effettuati prima della revoca.
Tipologie di dati personali trattati
La Società può raccogliere i seguenti dati personali forniti volontariamente dall’utente:
nome e cognome dell’utente,
il suo indirizzo di domicilio o residenza,
il suo indirizzo email, il numero di telefono,
la sua data di nascita,
i dettagli dei servizi e/o prodotti acquistati.
La raccolta può avvenire quando l’utente acquista un nostro prodotto o servizio, quando l’utente contatta la Società per informazioni su servizi e/o prodotti, crea un account, partecipa ad un sondaggio/indagine. Qualora l’utente fornisse dati personali di terzi, l’utente dovrà fare quanto necessario perchè la comunicazione dei dati a Pacini Editore srl e il successivo trattamento per le finalità specificate nella presente Privacy Policy avvengano nel rispetto della normativa applicabile, (l’utente prima di dare i dati personali deve informare i terzi e deve ottenere il consenso al trattamento).
La Società può utilizzare i dati di navigazione, ovvero i dati raccolti automaticamente tramite i Siti della Società. Pacini editore srl può registrare l’indirizzo IP (indirizzo che identifica il dispositivo dell’utente su internet), che viene automaticamente riconosciuto dal nostro server, pe tali dati di navigazione sono utilizzati al solo fine di ottenere informazioni statistiche anonime sull’utilizzo del Sito .
La società utilizza i dati resi pubblici (ad esempio albi professionali) solo ed esclusivamente per informare e promuovere attività e prodotti/servizi strettamente inerenti ed attinenti alla professione degli utenti, garantendo sempre una forte affinità tra il messaggio e l’interesse dell’utente.
Trattamento dei dati
A fini di trasparenza e nel rispetto dei principi enucleati dall’art. 12 del GDPR, si ricorda che per “trattamento di dati personali” si intende qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o senza l’ausilio di processi automatizzati e applicate a dati personali o insiemi di dati personali, come la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la strutturazione, la conservazione, l’adattamento o la modifica, l’estrazione, la consultazione, l’uso, la comunicazione mediante trasmissione, diffusione o qualsiasi altra forma di messa a disposizione, il raffronto o l’interconnessione, la limitazione, la cancellazione o la distruzione. Il trattamento dei dati personali potrà effettuarsi con o senza l’ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati e comprenderà, nel rispetto dei limiti e delle condizioni posti dal GDPR, anche la comunicazione nei confronti dei soggetti di cui al successivo punto 7.
Modalità del trattamento dei dati: I dati personali oggetto di trattamento sono:
trattati in modo lecito e secondo correttezza da soggetti autorizzati all’assolvimento di tali compiti, soggetti identificati e resi edotti dei vincoli imposti dal GDPR;
raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, e utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
esatti e, se necessario, aggiornati;
pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o successivamente trattati;
conservati in una forma che consenta l’identificazione dell’interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati;
trattati con il supporto di mezzi cartacei, informatici o telematici e con l’impiego di misure di sicurezza atte a garantire la riservatezza del soggetto interessato cui i dati si riferiscono e ad evitare l’indebito accesso a soggetti terzi o a personale non autorizzato.
Natura del conferimento
Il conferimento di alcuni dati personali è necessario. In caso di mancato conferimento dei dati personali richiesti o in caso di opposizione al trattamento dei dati personali conferiti, potrebbe non essere possibile dar corso alla richiesta e/o alla gestione del servizio richiesto e/o alla la gestione del relativo contratto.
Comunicazione dei dati
I dati personali raccolti sono trattati dal personale incaricato che abbia necessità di averne conoscenza nell’espletamento delle proprie attività. I dati non verranno diffusi.
Diritti dell’interessato.
Ai sensi degli articoli 15-20 del GDPR l’utente potrà esercitare specifici diritti, tra cui quello di ottenere l’accesso ai dati personali in forma intelligibile, la rettifica, l’aggiornamento o la cancellazione degli stessi. L’utente avrà inoltre diritto ad ottenere dalla Società la limitazione del trattamento, potrà inoltre opporsi per motivi legittimi al trattamento dei dati. Nel caso in cui ritenga che i trattamenti che Lo riguardano violino le norme del GDPR, ha diritto a proporre reclamo all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ai sensi dell’art. 77 del GDPR.
Titolare e Responsabile per la protezione dei dati personali (DPO)
Titolare del trattamento dei dati, ai sensi dell’art. 4.1.7 del GDPR è Pacini Editore Srl., con sede legale in 56121 Pisa, Via A Gherardesca n. 1.
Per esercitare i diritti ai sensi del GDPR di cui al punto 6 della presente informativa l’utente potrà contattare il Titolare e potrà effettuare ogni richiesta di informazione in merito all’individuazione dei Responsabili del trattamento, Incaricati del trattamento agenti per conto del Titolare al seguente indirizzo di posta elettronica: privacy@pacinieditore.it. L’elenco completo dei Responsabili e le categorie di incaricati del trattamento sono disponibili su richiesta.
Ai sensi dell’art. 13 Decreto Legislativo 196/03 (di seguito D.Lgs.), si informano gli utenti del nostro sito in materia di trattamento dei dati personali.
Quanto sotto non è valido per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i link presenti sul nostro sito.
Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è Pacini Editore Srl, che ha sede legale in via Gherardesca 1, 56121 Pisa.
Luogo e finalità di trattamento dei dati
I trattamenti connessi ai servizi web di questo sito hanno luogo prevalentemente presso la predetta sede della Società e sono curati solo da dipendenti e collaboratori di Pacini Editore Srl nominati incaricati del trattamento al fine di espletare i servizi richiesti (fornitura di volumi, riviste, abbonamenti, ebook, ecc.).
I dati personali forniti dagli utenti che inoltrano richieste di servizi sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.
L’inserimento dei dati personali dell’utente all’interno di eventuali maling list, al fine di invio di messaggi promozionali occasionali o periodici, avviene soltanto dietro esplicita accettazione e autorizzazione dell’utente stesso.
Comunicazione dei dati
I dati forniti dagli utenti non saranno comunicati a soggetti terzi salvo che la comunicazione sia imposta da obblighi di legge o sia strettamente necessario per l’adempimento delle richieste e di eventuali obblighi contrattuali.
Gli incaricati del trattamento che si occupano della gestione delle richieste, potranno venire a conoscenza dei suoi dati personali esclusivamente per le finalità sopra menzionate.
Nessun dato raccolto sul sito è oggetto di diffusione.
Tipi di dati trattati
Dati forniti volontariamente dagli utenti
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di posta elettronica agli indirizzi indicati su questo sito comporta la successiva acquisizione dell’indirizzo del mittente, necessario per rispondere alle richieste, nonché degli eventuali altri dati personali inseriti nella missiva.
Facoltatività del conferimento dei dati
Salvo quanto specificato per i dati di navigazione, l’utente è libero di fornire i dati personali per richiedere i servizi offerti dalla società. Il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ottenere il servizio richiesto.
Modalità di trattamento dei dati
I dati personali sono trattati con strumenti manuali e automatizzati, per il tempo necessario a conseguire lo scopo per il quale sono stati raccolti e, comunque per il periodo imposto da eventuali obblighi contrattuali o di legge.
I dati personali oggetto di trattamento saranno custoditi in modo da ridurre al minimo, mediante l’adozione di idonee e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.
Diritti degli interessati
Ai soggetti cui si riferiscono i dati spettano i diritti previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 che riportiamo di seguito:
1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L’interessato ha diritto di ottenere informazioni:
a) sull’origine dei dati personali;
b) sulle finalità e modalità del trattamento;
c) sulla logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;
d) sugli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) sui soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.
3. L’interessato ha diritto di ottenere:
a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;
b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.
4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
Dati degli abbonati
I dati relativi agli abbonati sono trattati nel rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196 e adeguamenti al Regolamento UE GDPR 2016 (General Data Protection Regulation) a mezzo di elaboratori elettronici ad opera di soggetti appositamente incaricati. I dati sono utilizzati dall’editore per la spedizione della presente pubblicazione. Ai sensi dell’articolo 7 del D.Lgs. 196/2003, in qualsiasi momento è possibile consultare, modificare o cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo scrivendo al Titolare del Trattamento: Pacini Editore Srl – Via A. Gherardesca 1 – 56121 Pisa. Per ulteriori approfondimenti fare riferimento al sito web http://www.pacinieditore.it/privacy/
Subscriber data
Subscriber data are treated according to Italian law in DLgs, 30 June 2003, n. 196 as updated with the UE General Data Protection Regulation 2016 – by means of computers operated by specifically responsible personnel. These data are used by the Publisher to mail this publication. In accordance with Art. 7 of the above mentioned DLgs, 30 June 2003, n. 196, subscribers can, at any time, view, change or delete their personal data or withdraw their use by writing to Pacini Editore S.r.L. – Via A. Gherardesca 1, 56121 Ospedaletto (Pisa), Italy. For further information refer to the website: http://www.pacinieditore.it/privacy/
Cookie
Che cos’è un cookie e a cosa serve?
Un cookie e una piccola stringa di testo che un sito invia al browser e salva sul tuo computer quando visiti dei siti internet. I cookie sono utilizzati per far funzionare i siti web in maniera più efficiente, per migliorarne le prestazioni, ma anche per fornire informazioni ai proprietari del sito.
Che tipo di cookie utilizza il nostro sito e a quale scopo? Il nostro sito utilizza diversi tipi di cookie ognuno dei quali ha una funzione specifica, come indicato di seguito:
TIPI DI COOKIE
Cookie di navigazione
Questi cookie permettono al sito di funzionare correttamente sono usati per raccogliere informazioni su come i visitatori usano il sito. Questa informazione viene usata per compilare report e aiutarci a migliorare il sito. I cookie raccolgono informazioni in maniera anonima, incluso il numero di visitatori del sito, da dove i visitatori sono arrivati e le pagine che hanno visitato.
Cookie Analitici
Questi cookie sono utilizzati ad esempio da Google Analytics per elaborare analisi statistiche sulle modalità di navigazione degli utenti sul sito attraverso i computer o le applicazioni mobile, sul numero di pagine visitate o il numero di click effettuati su una pagina durante la navigazione di un sito.
Questi cookie sono utilizzati da società terze. L’uso di questi cookie normalmente non implica il trattamento di dati personali. I cookie di terze parti derivano da annunci di altri siti, ad esempio messaggi pubblicitari, presenti nel sito Web visualizzato. Possono essere utilizzati per registrare l’utilizzo del sito Web a scopo di marketing.
Come posso disabilitare i cookie?
La maggior parte dei browser (Internet Explorer, Firefox, etc.) sono configurati per accettare i cookie. Tuttavia, la maggior parte dei browser permette di controllare e anche disabilitare i cookie attraverso le impostazioni del browser. Ti ricordiamo però che disabilitare i cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del sito e/o limitare il servizio offerto.
Per avere maggiori informazioni
l titolare del trattamento è Pacini Editore Srl con sede in via della Gherardesca n 1 – Pisa.
Potete scrivere al responsabile del trattamento Responsabile Privacy, al seguente indirizzo email rlenzini@pacinieditore.it per avere maggiori informazioni e per esercitare i seguenti diritti stabiliti dall’art. 7, D. lgs 196/2003: (i) diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali riguardanti l’interessato e la loro comunicazione, l’aggiornamento, la rettificazione e l’integrazione dei dati, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge; (ii) diritto di ottenere gli estremi identificativi del titolare nonché l’elenco aggiornato dei responsabili e di tutti i soggetti cui i suoi dati sono comunicati; (iii) diritto di opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei dati relativi all’interessato, a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazioni commerciali.
Per modificare le impostazioni, segui il procedimento indicato dai vari browser che trovi alle voci “Opzioni” o “Preferenze”.
Per saperne di più riguardo ai cookie leggi la normativa.