La Cassazione conferma ancora una volta che la plusvalenza non è accertabile sul maggior valore determinato ai fini delle imposte d’atto

Redazione
(Corte di Cassazione, V sezione civile, sentenza del 30 maggio 2017 n. 13571) Con il decreto internazionalizzazione (art. 5, comma 3, del D.L.vo n. 147 del 2015) il legislatore ha disposto che gli artt. 58, 68, 85 e 86 del TUIR, nonché gli artt. 5, 5-bis, 6 e 7 del D.L.vo 15 dicembre 1997, n. 446, si interpretano nel senso che “per le cessioni di immobili e di aziende nonché per la costituzione e il trasferimento di diritti reali sugli stessi, l’esistenza di un maggior corrispettivo non è presumibile soltanto sulla base del valore anche se dichiarato, accertato o definito ai fini dell’imposta di registro” di cui al D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131, “ovvero delle imposte ipotecaria . . .